Palazzo Farnese di Caprarola. La Stanza dei lanifici. Nell'ottagono: Aracne sfida Atena nel tessere. In basso: Atena trasforma Aracne in ragno.

Palazzo Farnese Caprarola

PALAZZO FARNESE DI CAPRAROLA  fu disegnato nel 1549-50 dal noto architetto, Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573) al servizio del cardinale Alessandro Farnese il giovane (1520-1589). Il Vignola dovette costruire un palazzo fortificato su una rocca preesistente, commissionato dal nonno di Alessandro Farnese il giovane trent’anni prima, ad Antonio da Sangallo il giovane (1484-1546). Barozzi mantenne i bastioni angolari fino al primo piano, fece scavare il tufo sotto la fortezza per formare i sotterranei. Mantenne anche l’idea del Cortile circolare del Sangallo, che andrebbe sviluppato poi in modo spettacolare.

Palazzo Farnese Caprarola

Papa Paolo III con i nipoti, Alessandro e Ottavio. Tiziano.

I lavori della costruzione iniziarono nel 1550 e in soli 25 anni l’edificio a cinque piani, dalla struttura complessa fu innalzato. Il cardinale che metteva tutto il suo amore e orgoglio in questa fabbrica, non badò a spese e ingaggiò i migliori artisti per far realizzare i ricchi affreschi e ornamentazioni, eseguiti tra il 1566-1574 da Antonio Tempesta, Federico e Taddeo Zuccari, Jacopo Bertoja, Giovanni de’Vecchi, Antonio da Varese. Il Gran Cardinale volle la loro presenza e sorveglianza continua durante i lavori. Ogni particolare del palazzo, dall’architettura alla pittura, dovette essere superperfetto, dalle mille sfumature nell’estetica e nel contenuto.

Le tante pareti  istoriate narranti l’ascesa al potere della famiglia, le forme geometriche con le loro simbologie, le allegorie della casata, le scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, le immagini mitologiche, i pavimenti in cotto recanti la stessa divisione delle volte, la superba Scala a chiocciola del Vignola, esprimevano ricchezza e lusso quasi illimitati, persino agli occhi dei visitatori più prestigiosi. Il palazzo costruito secondo i principi più moderni dell’architettura militare, era molto funzionale e dovette adempire anche a scopi di rappresantanza.

L’edificio non fu mai abitato interamente nello stesso periodo dalla corte dei Farnese, – che non coincedeva con i membri della famiglia di sangue -, ma si divideva simmetricamente in una parte estiva e in un’altra invernale. La divisione in piani dell’edificio corrispondeva ad un ordine gerarchico rigoroso. Dei cinque piani due erano affrescati: il Piano dei Prelati al pianterreno dove si trovavano le stanze destinate agli ospiti e ai membri della corte e il Piano Nobile, l’uninco ora visitabile, dove si trovava l’appartamento privato del Gran Cardinale con delle sale di rappresentanza. La magnifica Scala Regia su cui salivano al Piano Nobile i membri della corte e gli ospiti per far visita al cardinale Alessandro, è una sorta di biglietto di visita dei Farnese, che introduce tutto il programma di affreschi del Piano Nobile: possedimenti della famiglia, allegorie della casata con iscrizioni in greco,

Palazzo Farnese Caprarola

La Cupola della Scala Regia del Vignola a Palazzo Farnese di Caprarola

grottesche, il tutto sotto la cupola ornata con lo stemma del Gran Cardinale, i Gigli in fondo d’oro.

I Gigli Farnesiani furono scelti dalla famiglia in ricordo delle loro relazioni strette con Casa Medici. Tra i tantissimi dettagli e ornamenti, a guardar meglio, ci si trovano dei ritratti che ricordano delle donne Farnese, tra loro forse Giulia la Bella, spinta dalla famiglia nelle braccia di Papa Borgia diventandone l’amante e di un’altra donna, particolarmente cara al Gran Cardinale: chissà, la bellissima Clelia, figlia del cardinale, sacrificata anche lei sull’altare degli interessi familiari, come era di uso comune tra i potenti.

La vita nel palazzo non doveva essere particolarmente tranquilla,  visto che la corte doveva contare centinaia di persone. La servitù addetta ai vari servizi e gli staffieri abitavano il terzo e quarto piano. L’uso della Scala Regia che non aveva pari da nessun’altra parte all’epoca, era riservato al cardinale, la sua corte e ospiti, e comunque il cardinale non dovette imbattersi in nessun modo nella servitù. Per loro furono costruite delle scale nascoste dallo sguardo tra le pareti del palazzo.

Il cardinale Alessandro che ricopriva delle cariche diplomatiche cruciali per l’andamento delle sorti della Chiesa, d’Italia e d’Europa, contava su una rete estesissima di agenti in tutte le corti europee e gli capitava di dover far arrivar loro dei messaggi velocemente e in tutta segretezza, anche dal palazzo di Caprarola. A questo scopo il Vignola gli realizzò la Scala del Cartoccio che collega la biblioteca del cardinale – situata al Piano Nobile del torrione che costituisce la punta del pentagono -, con i sotterranei. La scala presenta un incavo lungo il suo corrimano, con l’aiuto del quale si poteva far scivolare i messaggi piegati a forma di cartoccio, contenenti all’interno un peso o sasso, dall’alto.

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