VISITE GUIDATE, ITINERARITURISTICI, TOUR PERSONALIZZATI SU TUTTO IL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI VITERBO, LA TUSCIA.

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LA PROVINCIA DI VITERBO? E' una terra di straordinari viaggi! Ecco, alcuni tour di visite di giornata intera che portano alla scoperta della nostra bella Tuscia. Ecco, quali sono:

1. VITERBO - VILLA FARNESE di Caprarola.

Due posti tra i migliori nel cuore d’Italia: la medioevale Viterbo e la Villa Cinquecentesca del Gran Cardinal Farnese a Caprarola, da capogiro!

Mattina: Si addentra tra torri, piazze con fontane, case a ponte, case con profferlo, archi e botteghe, nella Viterbo medioevale, famosa per aver conservato il suo aspetto originale. Il volto della città è scolpito nella pietra lavica, che ha conquistato a Welles, a Fellini, tra altri, che hanno scelto Viterbo da set cinematografico. Da non perdere il duecentesco Quartiere San Pellegrino dei secoli XI-XIII, il Museo dei Facchini dove è possibile vedere dei modelli in scala ridotta della Macchina di Santa Rosa da Viterbo, Patrimonio Immateriale Unesco.  Il Palazzo dei Papi risalente alla seconda metà del XIII secolo è un edificio di grande interesse nell’architettura europea di quell’epoca, si fa tappa in Piazza della Morte, in Piazza del Gesù, ornate con le tipiche fontane viterbesi, e in Piazza del Comune con il Palazzo dei Priori (visita a pagamento).

Viterbo. Il Palazzo dei Papi, la scalinata che conduce alla Sala del Conclave e alla loggia. La loggia delle benedizioni ultimata nel 1266.

Trasferimento in pullman da Viterbo a Caprarola. Si attraversano i boschi dei Monti Cimini, chiamati dai Romani Selva Cimina. Si percorre quindi la Cassia Cimina tra castagneti e noccioleti, s’intravvede il lago di Vico con il Monte Venere.

Pomeriggio: VILLA FARNESE DI CAPRAROLA è da capogiro, perché comprende il palazzo-fortezza pentagonale con il cortile circolare, quindi un'architettura molto particolare, degli affreschi (infiniti perchè si estendono su 6560 metri quadri) rinascimentali e manieristi, in più i Giardini monumentali costruiti su vari livelli, con delle fontane e un edificio villa. La visita sarà un viaggio nell'arte rinascimentale, nell'urbanistica del Cinquecento, un pochino anche nella storia. Si andrà alla scoperta della Scala Regia, rappresentativa e ammirata già dai contemporanei, come sappiamo dal Vasari, delle pitture illusionistiche meravigliose, della Sala del Mappamondo, dedicata alle scienze geografiche, solo per citare un paio di cose di quanto si visiterà. Interessanti i riferimenti agli argomenti un po' filosofici, come il neoplatonismo, di cui il Gran Cardinal Farnese, era grande conoscitore.

2. MONTEFIASCONE-VITERBO. Mattina: Montefiascone è un bel borgo medioevale che si allunga sul dorso di una cinta craterica. Dal suo punto più alto si ammira l’imperdibile panorama sul lago di Bolsena con le due isole, quella delle leggende e l’altra, dei Papi. Attraversando il borgo per le vie costeggiate da case costruite in basalto, si passa dalla prima cerchia medioevale alla seconda. Si visita la Cattedrale di S. Margherita che si distingue per la sua grande cupola, e per la sua pianta rotonda e ottagonale che richiama delle simbologie rinascimentali. Si respira un’atmosfera piena di fascino Basilica di San Flaviano costruita in origine sul modello della Basilica gerosolimitana del Santo Sepolcro, in Gerusalemme. La chiesa di San Flaviano fu eretta lungo la Via medioevale dei Pellegrini ed è molto particolare perché si divide in una chiesa inferiore e una superiore ed è molto ricca di affreschi. Montefiascone è anche il paese del vino, dove è possibile fare una tappa di degustazioni vino.

Pomeriggio: a VITERBO si addentra tra torri, piazze con fontane, case a ponte, case con profferlo, archi e botteghe, nella Viterbo medioevale, famosa per aver conservato il suo aspetto originale. Il volto della città è scolpito nella pietra lavica, che ha conquistato a Welles, a Fellini, tra altri, che hanno scelto Viterbo da set cinematografico. Da non perdere il duecentesco Quartiere San Pellegrino dei secoli XI-XIII, il Museo dei Facchini dove è possibile vedere dei modelli in scala ridotta della Macchina di Santa Rosa da Viterbo, Patrimonio Immateriale Unesco.  Il Palazzo dei Papi risalente alla seconda metà del XIII secolo è un edificio di grande interesse nell’architettura europea di quell’epoca, si fa tappa in Piazza della Morte, in Piazza del Gesù, ornate con le tipiche fontane viterbesi, e in Piazza del Comune con il Palazzo dei Priori (visita a pagamento).

3. BOLSENA-VITERBO. Mattina: Bolsena sorge sul dorso di una caldera dal manto boscoso, che si affaccia sulla distesa d’acqua con le due isole, la Martana e la Bisentina. Si va alla scoperta del borgo medioevale, sviluppatasi intorno alla Rocca Monaldeschi che fu costruita in perfetta posizione di difesa tra Orvieto e il lago. Nelle vicinanze, su un’altra collina esisteva la città etrusco-romana risalente al 264 a.C., chiamata Volsinii. Lo sguardo abbraccia dall’alto il quartiere rinascimentale, tutta la conca del lago e le due isole, resti di coni vulcanici. L’Isola Bisentina era residenza estiva dei Farnese e di Papi, nel XVI secolo fungeva come una piccola Gerusalemme, dove la gente del posto poteva percorrere la Via Crucis. L’altra, la Martana, è quella delle leggende, della regina Amalasunta, di Santa Cristina, di Matilde di Canossa. Si visita la Collegiata di S. Cristina costruita sul sepolcro sotterraneo di Santa bolsenese tra i secoli IV-XVIII. E’ un complesso monumentale, dove vengono conservate le Sacre Pietre macchiate del sangue eucaristico del 1268 e una pietra lavica con le impronte di due piedi, secondo la tradizione di Santa Cristina.

Pomeriggio: A Viterbo si addentra tra torri, piazze con fontane, case a ponte, case con profferlo, archi e botteghe, nella Viterbo medioevale, famosa per aver conservato il suo aspetto originale. Il volto della città è scolpito nella pietra lavica, che ha conquistato a Welles, a Fellini, tra altri, che hanno scelto Viterbo da set cinematografico. Da non perdere il duecentesco Quartiere San Pellegrino dei secoli XI-XIII, il Museo dei Facchini dove è possibile vedere dei modelli in scala ridotta della Macchina di Santa Rosa da Viterbo, Patrimonio Immateriale Unesco.  Il Palazzo dei Papi risalente alla seconda metà del XIII secolo è un edificio di grande interesse nell’architettura europea di quell’epoca, si fa tappa in Piazza della Morte, in Piazza del Gesù, ornate con le tipiche fontane viterbesi, e in Piazza del Comune con il Palazzo dei Priori (visita a pagamento).

4. VILLA LANTE A BAGNAIA-PALAZZO FARNESE DI CAPRAROLA. Mattina: VILLA LANTE DI BAGNAIA è famosa per il suo giardino a sorpresa, con dei fantasiosi giochi d’acqua. Si sale sul pendio boscoso sui terrazzamenti attraversati dall’acqua che scende a caduta libera dalla cima, e viene scolpita da 7 fontane in tante forme, vasche, zampilli, cascate, ruscelli, scherzi d’acqua. Amavano passeggiare qui anche i vescovi di Viterbo con i loro ospiti: cardinali e papi. Anche loro facevano le stesse tappe panoramiche che ora facciamo noi: lo sguardo va sui terrazzamenti e l’acqua che scende, sui boschi del parco, sul borgo di Bagnaia. Si è avvolti dal cinguettio degli uccelli, dal ronzio e dal luccichio dell’acqua, dalla natura dominata attraverso l’architettura, dall’uomo. Tutto è armonia, equilibrio, geometria, simmetria. In basso è il raffinato Quadrato dei Mori, con, al centro la Fontana dei Mori, è un giardino all’italiana all’interno del giardino. La cosa interessante è anche la doppia iconografia, quella rinascimentale e un’altra di natura religiosa elaborata dal committente cardinale Gambara. Il disegno è attribuito al grande architetto Barozzi da Vignola.

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Pomeriggio: PALAZZO FARNESE DI CAPRAROLA, è da capogiro, perché comprende il palazzo-fortezza pentagonale con il cortile circolare, quindi un'architettura molto particolare, degli affreschi (infiniti perchè si estendono su 6560 metri quadri) rinascimentali e manieristi, in più i Giardini monumentali costruiti su vari livelli, con delle fontane e un edificio villa. La visita sarà un viaggio nell'arte rinascimentale, nell'urbanistica del Cinquecento, un pochino anche nella storia. Si andrà alla scoperta della Scala Regia, rappresentativa e ammirata già dai contemporanei, come sappiamo dal Vasari, delle pitture illusionistiche meravigliose, della Sala del Mappamondo, dedicata alle scienze geografiche, solo per citare un paio di cose di quanto si visiterà. Interessanti i riferimenti agli argomenti un po' filosofici, come il neoplatonismo, di cui il Gran Cardinal Farnese, era grande conoscitore.

5. IL BOSCO SACRO DI BOMARZO-VILLA LANTE BAGNAIA. La mattina è dedicata al famoso giardino fantasioso del Secondo Cinquecento, che amava Salvador Dalì e che hanno studiato storici dell’arte italiani e stranieri. Il giardino chiamato anche Bosco Sacro, si trova nel pendio di una suggestiva valle, popolata sculture enigmatiche e divertenti: di animali fantastici e reali, di personaggi mitologici e da inverosimili costruzioni inclinate. In cima, a dominare è un Tempio. Sacro. Il giardino era ideato come una sorta di Ottava Meraviglia, in allusione alle Sette Meraviglie del Mondo Antico. S’incontrano le statue parlanti e quelle gigantesche, tra le quali la faccia grottesca che invita ad entrare nella sua bocca spalancata intorno alla quale vi è una iscrizione Dantesca. Si entra anche nella Casa inclinata che ti fa perdere l’equilibrio. Le figure e le costruzioni richiamano paesi e luoghi lontani e vicini, ma anche della mitologia, dell’archeologia, della storia, della letteratura. Si viaggia nell’arte del Manierismo, nella visione del mondo rinascimentale, nelle conoscenze ermetiche. Ci troviamo nel giardino di Francesco Orsini, il principe-guerriero, ideatore del “boschetto”.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo. Proteo.

Pomeriggio: VILLA LANTE DI BAGNAIA è famosa per il suo giardino a sorpresa, con dei fantasiosi giochi d’acqua. Si sale sul pendio boscoso sui terrazzamenti attraversati dall’acqua che scende a caduta libera dalla cima, e viene scolpita da 7 fontane in tante forme, vasche, zampilli, cascate, ruscelli, scherzi d’acqua. Amavano passeggiare qui anche i vescovi di Viterbo con i loro ospiti: cardinali e papi. Anche loro facevano le stesse tappe panoramiche che ora facciamo noi: lo sguardo va sui terrazzamenti e l’acqua che scende, sui boschi del parco, sul borgo di Bagnaia. Si è avvolti dal cinguettio degli uccelli, dal ronzio e dal luccichio dell’acqua, dalla natura dominata attraverso l’architettura, dall’uomo. Tutto è armonia, equilibrio, geometria, simmetria. In basso è il raffinato Quadrato dei Mori, con, al centro la Fontana dei Mori, è un giardino all’italiana all’interno del giardino. La cosa interessante è anche la doppia iconografia, quella rinascimentale e un’altra di natura religiosa elaborata dal committente cardinale Gambara. Il disegno è attribuito al grande architetto Barozzi da Vignola.

Villa Lante di Bagnaia.

6. SUTRI- PALAZZO FARNESE DI CAPRAROLA. Mattina: A Sutri si va alla scoperta del Mitreo sotterraneo, è uno dei più suggestivi del Lazio, è un tempio ricavato da tombe, dedicato al Dio Mitra. Nel sotterraneo scavato nella collina di tufo, si svolgevano i banchetti mistici degli iniziati al culto di Mitra nel corso del secolo I d.C. e la cosa bella è che la struttura conserva ancora le parti caratterizzanti a questo culto. Il luogo pagano fu riutilizzato al culto cristiano di San Michele Arcangelo, dal secolo XVIII è dedicato a Santa Maria del Parto. All’interno si trovano interessanti affreschi e maioliche. L’Anfiteatro romano scavato nel tufo, unico esempio che si conosca, risale tra la fine del II secolo ed il I secolo a.C. Ha la forma ellittica, poteva contenere oltre 5000 persone. All’interno del borgo cinta di mura si visita la cattedrale di Santa Maria Assunta risalente al secolo XII, trasformato posteriormente. Preziosi il campanile originale, il pavimento cosmatesco, una tavola del Salvatore Benedicente, la cripta ad oratorio di epoca longobarda.

Pomeriggio: PALAZZO FARNESE DI CAPRAROLA, è da capogiro, perché comprende il palazzo-fortezza pentagonale con il cortile circolare, quindi un'architettura molto particolare, degli affreschi (infiniti perchè si estendono su 6560 metri quadri) rinascimentali e manieristi, in più i Giardini monumentali costruiti su vari livelli, con delle fontane e un edificio villa. La visita sarà un viaggio nell'arte rinascimentale, nell'urbanistica del Cinquecento, un pochino anche nella storia. Si andrà alla scoperta della Scala Regia, rappresentativa e ammirata già dai contemporanei, come sappiamo dal Vasari, delle pitture illusionistiche meravigliose, della Sala del Mappamondo, dedicata alle scienze geografiche, solo per citare un paio di cose di quanto si visiterà. Interessanti i riferimenti agli argomenti un po' filosofici, come il neoplatonismo, di cui il Gran Cardinal Farnese, era grande conoscitore.

7. TUSCANIA-VITERBO. Mattina: A Tuscania si esplorano le Basiliche di S. Pietro e di S. Maria Maggiore costruite tra torri, tra la fine del secolo XI e gli inizi del XIII sul colle di San Pietro. Il colle era il fulcro dell’Acropoli etrusco-romana. Si rimane meravigliati davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore, la facciata in tufo e marmo, il rosone con i simboli dei quattro Evangelisti. Ma, ancor di più all’interno, dove tra le varie opere d’arte, si trova un affresco del Giudizio Universale risalente ai primi anni del 1300. Fu realizzato da artisti operanti nella squadra di Giotto a Padova. La basilica di San Pietro sorge sul posto dell’Acropoli etrusco-romana. Il rosone di pizzo in marmo, orna l’antico tempio animato di figure scolpite di animali, di santi, della “trinità diabolica”. Si tratta di simboli medioevali talvolta ispirati su quelli pagani-etrusche del territorio. Da non perdere il pavimento di tipo cosmatesco e la cripta ad oratorio. A seguire si visita la città medioevale, cinta di mura merlate, si passeggia per le vie e piazze, tra case aristocratiche, torri e fontane. La tappa al Parco del Lavello con un panorama da cartolina è d’obbligo.

Tuscania. La Basilica di San Pietro.

Pomeriggio:A Viterbo si addentra tra torri, piazze con fontane, case a ponte, case con profferlo, archi e botteghe, nella Viterbo medioevale, famosa per aver conservato il suo aspetto originale. Il volto della città è scolpito nella pietra lavica, che ha conquistato a Welles, a Fellini, tra altri, che hanno scelto Viterbo da set cinematografico. Da non perdere il duecentesco Quartiere San Pellegrino dei secoli XI-XIII, il Museo dei Facchini dove è possibile vedere dei modelli in scala ridotta della Macchina di Santa Rosa da Viterbo, Patrimonio Immateriale Unesco.  Il Palazzo dei Papi risalente alla seconda metà del XIII secolo è un edificio di grande interesse nell’architettura europea di quell’epoca, si fa tappa in Piazza della Morte, in Piazza del Gesù, ornate con le tipiche fontane viterbesi, e in Piazza del Comune con il Palazzo dei Priori (visita a pagamento).

Viterbo. Il Palazzo dei Papi, la scalinata che conduce alla Sala del Conclave e alla loggia. La loggia delle benedizioni ultimata nel 1266.

8. CIVITA DI BAGNOREGIO-BOLSENA. Mattina: Si passa attraverso il ponte in salita per arrivare a Civita di Bagnoregio, chiamato anche Città incantata, perché nelle mattine di foschia pare sospeso nell’aria. Ma, anche perché, in questo fiabesco borgo il tempo sembra essersi fermato, ci abitano ormai un pugno di persone. Intorno alla Civita vi è la conca delle curiose creste d’argilla di origine marina, modellate soprattutto dalla forza delle acque. Si addentra nelle vie di Civita di Bagnoregio, tra le case in tufo e basalto, torri mozze, tipiche case medioevali con scalinata esterna, giardini fioriti. Qui ogni angolo è da scoprire, e nonostante il borgo sia piccolo, racchiude monumenti dall’età etrusca a quella rinascimentale. Si va in cerca dell’immagine della Madonna Liberatrice, dei resti della casa di S. Bonaventura, dai punti panoramici si ammira la Valle dei calanchi, la Valle del Tevere e il cono del Monte Cimino.

Civita di Bagnoregio.

 

Pomeriggio: Si visita Bolsena che sorge sul dorso di una caldera dal manto boscoso, e che si affaccia sulla distesa d’acqua con le due isole, la Martana e la Bisentina. Si va alla scoperta del borgo medioevale, sviluppatasi intorno alla Rocca Monaldeschi che fu costruita in perfetta posizione di difesa tra Orvieto e il lago. Nelle vicinanze, su un’altra collina esisteva la città etrusco-romana risalente al 264 a.C., chiamata Volsinii. Lo sguardo abbraccia dall’alto il quartiere rinascimentale, tutta la conca del lago e le due isole, resti di coni vulcanici. L’Isola Bisentina era residenza estiva dei Farnese e di Papi, nel XVI secolo fungeva come una piccola Gerusalemme, dove la gente del posto poteva percorrere la Via Crucis. L’altra, la Martana, è quella delle leggende, della regina Amalasunta, di Santa Cristina, di Matilde di Canossa. Si visita la Collegiata di S. Cristina costruita sul sepolcro sotterraneo di Santa bolsenese tra i secoli IV-XVIII. E’ un complesso monumentale, dove vengono conservate le Sacre Pietre macchiate del sangue eucaristico del 1268 e una pietra lavica con le impronte di due piedi, secondo la tradizione di Santa Cristina.

9. TARQUINIA, NECROPOLI ETRUSCA E MUSEO/O CENTRO STORICO-TUSCANIA. Mattina: Nella Necropoli di Tarquinia si addentra nella vita quotidiana della millenaria città di Tarchna, attraverso gli affreschi a colori vivi che ricoprono le pareti delle tombe etrusche. Gli ipogei risalgono ai secoli VII-III a.C. Rivivono i personaggi di alto rango della società di Tarchna, uomini e donne, ed anche i loro schiavi. Li vediamo danzare, a banchettare, a partecipare al culto in onore a Dioniso. Le scene cambiano con durante i conflitti con Roma, appare il viaggio nell’Aldilà e gli esseri psicopompi, Charun e Vanth. Le tombe scavate nella roccia erano la dimora eterna del defunto, di grande ricchezza, preparata per la vita nell’Aldilà. La loro struttura rivela com’erano fatte le case etrusche, i particolari vengono resi con la pittura. Si va alla scoperta dei ricchi corredi funerari ritrovati nelle tombe risparmiate dai tombaroli, al Museo Etrusco. Da non perdere: i Cavalli Alati che ornavano il Tempio dell’Ara della Regina e Mitra tauroctono.

Pomeriggio: A Tuscania si esplorano le Basiliche di S. Pietro e di S. Maria Maggiore costruite tra torri, tra la fine del secolo XI e gli inizi del XIII sul colle di San Pietro. Il colle era il fulcro dell’Acropoli etrusco-romana. Si rimane meravigliati davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore, la facciata in tufo e marmo, il rosone con i simboli dei quattro Evangelisti. Ma, ancor di più all’interno, dove tra le varie opere d’arte, si trova un affresco del Giudizio Universale risalente ai primi anni del 1300. Fu realizzato da artisti operanti nella squadra di Giotto a Padova. La basilica di San Pietro sorge sul posto dell’Acropoli etrusco-romana. Il rosone di pizzo in marmo, orna l’antico tempio animato di figure scolpite di animali, di santi, della “trinità diabolica”. Si tratta di simboli medioevali talvolta ispirati su quelli pagani-etrusche del territorio. Da non perdere il pavimento di tipo cosmatesco e la cripta ad oratorio. A seguire si visita la città medioevale, cinta di mura merlate, si passeggia per le vie e piazze, tra case aristocratiche, torri e fontane. La tappa al Parco del Lavello con un panorama da cartolina è d’obbligo.

10. VITORCHIANO-PARCO DEI MOSTRI DI BOMARZO. Non ci crederete, ma visitare Vitorchiano, porta fortuna, basta fare la danza intorno al quasi-colosso di pietra lavica: il Moai! E’ alto circa 6 m ed è l’unico fuori dell’Isola di Pasqua! A parte gli scherzi, il Moai è diventato un’attrazione turistica, complementare al suggestivo borgo medioevale (di origine etrusca) di Vitorchiano. Il borgo è incastonato su una piattaforma di pietra lavica delimitata da due canyon dalla fitta vegetazione. Si addentra tra caratteristiche case medioevali con il profferlo, edifici rinascimentali, artistiche fontane scolpite nel peperino e chiese. Si raggiunge la piazza civica e religiosa di Vitorchiano che si è formata tra il secolo XIII e XIV e accoglie il palazzo comunale, la torre, la chiesa e la fonte pubblica. Ci troviamo a ridosso della prima cerchia muraria dell’antico castrum, con la Porta della Madonna. Della Madonna della Neve. Gli stemmi che vedete sparse un po’ ovunque, con la lupa capitolina e il fregio dell’acronimo S.P.Q.R., conserva la memoria del Patto detto Fidelato. Il legame stretto tra il piccolo Comune medioevale di Vitorchiano e Roma, agli inizi del XIII secolo e che dura ancora oggi, e si traduce anche in esenzioni fiscali.

Vitorchiano. Il borgo e i Monti Cimini.

Il pomeriggio è dedicato al famoso giardino fantasioso del Secondo Cinquecento, che amava Salvador Dalì e che hanno studiato storici dell’arte italiani e stranieri. Il giardino chiamato anche Bosco Sacro, si trova nel pendio di una suggestiva valle, popolata sculture enigmatiche e divertenti: di animali fantastici e reali, di personaggi mitologici e da inverosimili costruzioni inclinate. In cima, a dominare è un Tempio. Sacro. Il giardino era ideato come una sorta di Ottava Meraviglia, in allusione alle Sette Meraviglie del Mondo Antico. S’incontrano le statue parlanti e quelle gigantesche, tra le quali la faccia grottesca che invita ad entrare nella sua bocca spalancata intorno alla quale vi è una iscrizione Dantesca. Si entra anche nella Casa inclinata che ti fa perdere l’equilibrio. Le figure e le costruzioni richiamano paesi e luoghi lontani e vicini, ma anche della mitologia, dell’archeologia, della storia, della letteratura. Si viaggia nell’arte del Manierismo, nella visione del mondo rinascimentale, nelle conoscenze ermetiche. Ci troviamo nel giardino di Francesco Orsini, il principe-guerriero, ideatore del “boschetto”.

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