Palazzo Farnese di Caprarola. Il piano dei Prelati, dettaglio porticato che gira intorno al cortile circolare. La volta.

Palazzo Farnese di Caprarola. Gli interni 1. Brevissima introduzione e la presentazione del pianterreno.

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Palazzo Farnese di Caprarola. Gli interni.  1. Come ben si sa, nel Rinascimento, l’affermazione del potere avvenne anche attraverso il mecenatismo e il collezionismo d’arte, e in materia, il nonno papa del Gran Cardinal Farnese non aveva nulla da invidiare alle altre corti europee. Quel che iniziò il nonno a Roma, dopo la sua elezione nel 1534, il Alessandro Farnese, chiamato il Gran Cardinale, portò avanti, impegnando gli artisti eccelsi del secondo Cinquecento, anche al palazzo di Caprarola.

Palazzo Farnese di Caprarola. La vista dell'alto del grande pentagono fortificato, con alle spalle i primi giardini. Il collegamento tra palazzo e borgo è il rettifilo, la Via Dritta. La linea della stessa via taglia a metà il borgo, ma anche il palazzo che si divide simmetricamente in due: nell'appartamento d'inverno e nell'appartemento d'estate. Foto presa dal web.

Palazzo Farnese di Caprarola. La vista dell’alto del grande pentagono fortificato, con alle spalle i primi giardini. Il collegamento tra palazzo e borgo è il rettifilo, la Via Dritta. La linea della stessa via taglia a metà il borgo, ma anche il palazzo che si divide simmetricamente in due: nell’appartamento d’inverno e nell’appartemento d’estate. Foto presa dal web.

Quanto rimane oggi della maniera di vivere, dei signori del Cinquecento al Palazzo di Caprarola? E’ l’architettura dell’edificio, la pittura, l’architettura del verde. Quanto più preziosi, quanto ricoprono l’arco temporale di un solo committente, sopravvissuto interamente ai nostri giorni.

Peccato, che al palazzo di Caprarola non ci siano più le sculture, i dipinti, le medaglie, le monete, i reperti archeologici scavati a Roma (dove allora si ergevano tanti ruderi di epoca romana al cielo e che idealmente appaiono sugli affreschi), e che costituivano una parte dell’intera collezione d’arte del Gran Cardinale, ma non vogliamo troppo!

Curiosamente, le pitture murali tramandano dei documenti in merito, perché ripropongono in una efficace versione dipinta, i marmi e le sculture (in alcuni casi su modelli tratti da monete antiche che il Gran Cardinale possedeva), utilizzando la pittura illusionistica e attingendo da studi approfonditi circa i dettagli.

Andando alla ricerca di antichità dipinte sulle pareti, gli oggetti vanno dai ritratti tratti dalle monete di epoca romana, dalle medaglie, dai cammei, ad altri oggetti preziosi tradotti in pittura, sulla base di precise descrizioni fornite dagli specialisti.

Intanto, la collezione d’arte che conosciamo, confluito al Museo di Capodimonte, è utile per integrare nella mente ciò che si visiterà al Palazzo di Caprarola.

Una veloce nota sull’architettura, prima di passare ai singoli ambienti del palazzo: tieni in mente, che il palazzo ha una forma pentagonale con un cortile circolare aperto al suo interno.

I piani sono 5: i sotterranei, il Pianterreno chiamato il Piano dei Prelati, il Piano Nobile, e altre due piani bassi e privi di decorazioni, che erano destinati alla servitù. I più importanti (e visitabili) sono due: dei Prelati e soprattutto il Piano Nobile per la decorazione pittorica, celebrata già dai contemporanei (per esempio dal Vasari).

Il grande pentagono viene diviso in due da una linea immaginaria che, in realtà è la continuazione della Via Dritta del paese, che taglia a metà anche il piccolo centro urbano.

Basta dare un’occhiata sulla pianta del palazzo, per captare facilmente la divisione simmetrica dell’edificio, tra gli appartamenti invernali che sfruttano i raggi del sole, e gli appartamenti estivi, più freschi.

IL PIANTERRENO: Si raggiunge l’accesso odierno per i turisti dall’ingresso, ai tempi preceduto da un ponte levatoio, e sormontato da alcune rappresentazioni tratte dagli emblemi Farnesiani.

Palazzo Farnese di Caprarola. La vista che si apre dall'ingresso sul borgo.

Palazzo Farnese di Caprarola. La vista che si apre dall’ingresso sul borgo.

LA SALA DELLE GUARDIE: E’ solo l’inizio di un percorso stupefacente per la ricchezza, per la varietà, per gli argomenti dell’estesissima decorazione, così come per i particolari architettonici del palazzo.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle Guardie. La volta, con al centro lo stemma della Gran Cardinal Farnese, paesaggi reali e fantastici, preziosi marmi dipinti e sofisticate grottesche. E' una vero e proprio biglietto da visita del cardinal Alessandro Farnese. Ricco mecenate e uomo politico della Chiesa.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle Guardie. La volta, con al centro lo stemma della Gran Cardinal Farnese, paesaggi reali e fantastici, preziosi marmi dipinti e sofisticate grottesche. E’ una vero e proprio biglietto da visita del cardinal Alessandro Farnese. Ricco mecenate e uomo politico di spessore della Chiesa nel Cinquecento.

Gli affreschi della Sala delle Guardie sono opera di Federico Zuccari e aiuti del 1567. La sala è di ampie dimensioni che permisero l’uso agevole delle armi, come dice il suo nome, era adibita a funzione di servizio di guardia.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle Guardie. Il grande assedio di Malta (1565) da parte di Solimano il Magnifico.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle Guardie. Il grande assedio di Malta (1565) da parte di Solimano il Magnifico.

Le immagini dipinte costituiscono un vero e proprio biglietto da visita del Gran cardinal Alessandro, in quanto, i tre stemmi nella volta glorificano il casato dei Farnese, imparentati con gli Asburgo e i reali di Portogallo.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle guardie. L'affresco che documenta l'avvenuta costruzione del palazzo e del borgo riaggiornato all'urbanistica Cinquecentesca.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle guardie. L’affresco che documenta l’avvenuta costruzione del palazzo e del borgo riaggiornato all’urbanistica Cinquecentesca.

Mentre le due mappe geografiche, l’assedio di Malta del 1565 da parte di Solimano il Magnifico e la partenza della flotta cristiana da Messina, fanno identificare il Gran cardinale come il difensore della Cristianità a fronte della minaccia turca. Difatti, il cardinal Alessandro faceva parte della commissione antiturca istituita da Pio IV.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle Guardie, dove uno degli affreschi documenta l'avvenuta costruzione del palazzo, mentre i lavori del completo rinnovamento del borgo è ancora in corso.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle Guardie, dove uno degli affreschi documenta l’avvenuta costruzione del palazzo, mentre i lavori del completo rinnovamento del borgo è ancora in corso.

Tra le pitture parietali della volta, due documentano, con dovizia di particolari la costruzione, prima del palazzo, poi dell’abitato urbano, gli altri paesaggi dovrebbero rivelarsi immaginari, con rovine antiche tipiche del Rinascimento, dipinti da mani fiamminghe. Nei riquadri sopra gli ingressi del Salone dovrebbero essere le vedute delle città di Marta, Vignola, Orbetello.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle Guardie. Il grande assedio di Malta (1565) da parte di Solimano il Magnifico.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala delle Guardie. Il grande assedio di Malta (1565) da parte di Solimano il Magnifico.

Dalla Sala della Guardia si apre un ambiente circolare, dove oggi si trova la biglietteria, e che nelle prime piante era indicato come “armeria”.

IL CORTILE CIRCOLARE: 1559-1579. Come dicevo, altrove, un cortile di forma circolare fu già previsto da Antonio da Sangallo per la vecchia fortezza, (fu il Peruzzi a proporre la forma pentagonale, sempre per la vecchia fortezza, quindi la struttura precedente al palazzo).

Palazzo Farnese di Caprarola. Il cortile circolare, dettaglio.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il cortile circolare, dettaglio.

La forma del cerchio rappresentava nella simbolica della geometria Rinascimentale, la forma perfetta, il Cosmo, la cui perfezione proviene da Dio, il creatore di tutto. Viene spontaneo ed evidente l’associazione tra la figura divina suprema con il Gran cardinal Alessandro, con la celebrazione del potere e della ricchezza della casata dei Farnese, e la costruzione del palazzo di Caprarola.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il cortile circolare che si apre verso il cielo.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il cortile circolare che si apre verso il cielo.

Esistono degli edifici con cortile circolare che precedettero la costruzione di questo palazzo?

Sì, primo, il palazzo dell’Imperatore Carlo V a Granada, con il patio circolare.

Secondo, un esempio più vicino a Caprarola e ai Farnese, Villa Madama a Roma commissionata da papa Leone X Medici, dove, tuttavia il patio è esterno all’edificio ed è solo a forma di semicerchio, e dove venivano ingaggiati, Antonio da Sangallo, (che più tardi divenne l’architetto di fiducia dei Farnese), il Peruzzi (l’architetto della Farnesina a Roma), attivo anche nel territorio della nostra Tuscia, inoltre Giulio Romano (attivo anche al Palazzo Odescalchi di Bassano Romano).

Opinione diffusa che gli archi di trionfo e le semicolonne del cortile del Palazzo di Caprarola potrebbero essere stati ripresi dal Bramantesco Cortile del Belvedere in Vaticano.

Certo, oggi le nicchie sono vuote, ma viene spontaneo immaginarle fornite di statue, di busti, come si usava in tutti i palazzi del Rinascimento, e come si aspetti da grandi un collezionisti di opere d’arte, com’erano i Farnese. D’altronde, basta pensare al Palazzo Farnese di Roma, e alla famosissima Collezione Farnese di Capodimonte.

Qualche statua di Ercole, doveva anche stare anche al Palazzo di Caprarola, penso io, l’idea non sarebbe priva di senso, perché la figura di quest’eroe mitologico dell’antichità, era assimilata nel programma di autocelebrazione dei Farnese. Eloquente il fatto, che nel Rinascimento esisteva un’assimilazione di questa divinità nella figura di Cristo.

Al centro del cortile circolare si vede un mascherone, che ha la funzione di raccolta dell’acqua piovana che scende nella sottostante cisterna, chiamata dai tempi dell’architettura romana, “impluvium”.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il Cortile circolare con al centro il mascherone, che qui aveva una funzione molto pratica, quella di raccogliere l'acqua piovana nella cisterna sottostante.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il Cortile circolare con al centro il mascherone, che qui aveva una funzione molto pratica, quella di raccogliere l’acqua piovana nella cisterna sottostante.

IL PORTICO fu decorato tra il 1579 e il 1581, otto anni prima della morte del Gran cardinal Alessandro Farnese, forse sotto la direzione di Antonio Tempesta.

La decorazione della volta del portico porta nell’architettura del palazzo, l’architettura del verde: un pezzo di giardino, uno splendido pergolato e uccelli, attraverso una pittura illusionistica molto efficace.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il piano dei Prelati, dettaglio porticato che gira intorno al cortile circolare. La volta.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il piano dei Prelati, dettaglio porticato che gira intorno al cortile circolare. La volta.

Mentre i quarantasei stemmi sulla parete circolare mostrano le famiglie alleate con i Farnese.

Tra gli stemmi uno che rappresenta l’unicorno ammansito da una donna. Ne parleremo, perché canonicamente si pensa si tratti della famosissima Giulia Farnese, detta la bella, i cui ritratti furono distrutti dal fratello, papa Paolo III, che spinse la sorella nelle braccia di papa Borgia per gli interessi di famiglia. Il che, come ben sappiamo, non era inusuale all’epoca, tutt’altro.

Chissà, da quanti decenni o secoli, gli storici vorrebbero ritrovare un ritratto al vero di Giulia la bella? Ebbene, tante ricerche sono state fatte, tanti studi redatti. Una eccellente storica dei Farnese, Patrizia Rosini, ha pubblicato vari testi a questo riguardo, che posso proporre a tutti quanti s’interessano.

Ecco le sale disposte intorno il cortile circolare, divise negli appartamenti dell’estate e dell’inverno. Tutte riccamente ornate con delle bellissime grottesche, oltre le scene principali, anche se da dire che le pitture del Piano Nobile sono ritenute di livello superiore.

Un curioso elemento caratteristico ornamentale ricorrente in tutte le stanze, è una maschera poggiata a terra, che non ha ancora trovato una spiegazione iconografica.

LA SALA DI GIOVE: 1560-1562. Apre l’appartamento dell’estate, le pitture parietali sono opera di Taddeo Zuccari e aiuti. Questa sala è detta anche “della Prospettiva” in riferimento alla stanza dipinta da Baldassare Peruzzi alla Farnesina che poteva aver ispirato le bellissime pitture illusionistiche. La sala aveva funzione di rappresentanza.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala di Giove o della Prospettiva. La pittura illusionistica che andava molto di moda nel Rinascimento, qui probabil,emte ripresa dagli affreschi di Villa Madama dove lavorò il Peruzzi.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala di Giove o della Prospettiva. La pittura illusionistica che andava molto di moda nel Rinascimento, qui probabil,emte ripresa dagli affreschi di Villa Madama dove lavorò il Peruzzi.

Perché si chiama Sala di Giove? Perché nella volta appaiono delle scene tratte dall’infanzia della divinità, in cui la stessa viene identificata con il Gran cardinal Alessandro stesso, il signore di Caprarola, il costruttore del palazzo e del borgo nuovo. (In un sistema neofeudale, direbbe uno storico).

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala di Giove o della Prospettiva. La pittura illusiva dilata lo spazio interno verso l'esterno, giocando sull'effetto ottico di chi osserva.

Palazzo Farnese di Caprarola. La Sala di Giove o della Prospettiva. La pittura illusiva dilata lo spazio interno verso l’esterno, giocando sull’effetto ottico di chi osserva. Nella volta una delle scene dell’infanzia di Giove, tese a glorificare il Gran Cardinal Farnese.

Le finte architetture (disegnate dal Vignola e dal genero G.B. Fiorini) delle pareti servono a dilatare lo spazio, mentre le sculture dipinte dorate che si affacciano dalle nicchie, sono chiamate a celebrare le arti e le discipline connesse con l’architettura.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il Piano dei Prelati. La Sala di Giove, detta anche della prospettiva.

Palazzo Farnese di Caprarola. Il Piano dei Prelati. La Sala di Giove, detta anche della prospettiva.

Le scene raffigurate: La nascita di Giove. Le Ninfe con la capra Amaltea. Amaltea allatta il piccolo Giove. Le Ninfe riempiono di fiori e frutta un corno spezzato di Amaltea. La cornucopia viene presentata a Giove. Vulcano offre a Giove lo scudo fatto con la pelle di Amaltea. Amaltea trasformata in costellazione.

LA STANZA DELLA PRIMAVERA: 1560-1562. Affrescata da Taddeo Zuccari e aiuti. E’ la prima delle quattro successive, dedicate alle Stagioni, che secondo l’antica tradizione coincide con il risveglio della Natura.

Le stagioni vengono qui raffigurate in modo inusuale rispetto ai canoni tradizionali, con attributi inabituali, mentre continua in modo latente la glorificazione della capra Amaltea, iniziata nella Stanza di Giove.

Le scene raffigurate: La Primavera. Il Ratto d’Europa. Il Ratto di Proserpina. La Metamorfosi di Proteo. La lotta di Ercole con Acheloo.

LA STANZA DELL’ESTATE: 1560-1562. Pitture parietali realizzate da Taddeo Zuccari e aiuti. L’estate viene richiamata dalla pittura nella volta, con attributi tradizionali: la falce e la ghirlanda di spighe. Mentre si rivelano strane otto oggetti raffigurati che si ricollegano al culto del Dio pagano Pan.

Vengono invece messi in particolare evidenza i segni zodiacali, che nelle altre sale occupano uno spazio marginale, nelle cornici dei riquadri. In questa stanza il segno del Cancro occupa una posizione centrale, in modo non consono alla tradizione astrologica. Questo fatto potrebbe essere collegato con un accadimento molto rilevante per la famiglia Farnese nel periodo dell’anno sotto quel segno.

Sulle pareti sono dipinte delle scene attinenti con le stagioni.

Le scene rappresentate: L’Estate, la caduta di Fetonte. Omaggio a Cerere. Trittolemo brucia le sterpaglie. Trittolemo sparge le sementi.

LA STANZA DELL’AUTUNNO: 1560-1562. Dipinta da Taddeo Zuccari e aiuti. L’autunno viene invocato dall’uva e da Dio Bacco, tradizionalmente considerato l’inventore del vino. La sua figura è il protagonista in questa sala, dove si legge la sua storia per immagini. Quando nasce, in una immagini davvero realistica, al terribile episodio in cui viene fatto a pezzi dai Titani per vendetta ordinata da Giunone, cotto in un calderone e rimesso insieme da nonna Rea, fino al corteo trionfale dopo la liberazione dai pirati che tentarono di rapirlo. La scena è animata da putti vendemmianti, sileni ebbri e baccanti.

Le scene raffigurate: L’Autunno, la nascita di Bacco. Lo smembramento, la bollitura e la resurrezione di Bacco. La nave di Bacco. Il trionfo di Bacco.

LA STANZA DELL’INVERNO: 1560-1562. Le pitture parietali sono opera di Taddeo Zuccari e aiuti. Facile riconoscere l’inverno, al centro della volta, raffigurato come un paesaggio desolato, con alberi spogli e dove un ragazzo trascina un animale. Nei quattro ottagoni della volta delle scene mitologiche relative alle cattive condizioni climatiche della stagione, in parte forse tratte dalla metamorfosi di Ovidio.

Le scene raffigurate: L’Inverno. Il concilio degli Dei decide di sterminare l’umanità con il diluvio. Vulcano incatena Borea. Eolo scioglie i venti. Deucalione e Pirra sopravvivono al diluvio.

APPARTAMENTO D’INVERNO, IL PIANO DEI PRELATI: composto di cinque stanze, che girano lungo i lati Sud-Ovest del palazzo, soleggiati. Come le stanze dell’appartamento d’estate, anche queste furono affrescate da Taddeo Zuccari e aiuti, in due anni, tra il 1567 e il 1569. I motivi dipinti sono tratti dall’araldica e dall’emblematica farnesiana.

Il Salone è noto come Sala del Teatro o dei Cigni, riprende la decorazione di un soffitto di Giulio Romano nella Villa Madama di Roma, all’epoca proprietà dei Farnese.

Nella volta è dipinto lo stemma del cardinale Odoardo Farnese, nominato a quest’incarico nel 1591, per cui è lecito supporre che ci sia un legame tra la nomina e queste pitture. Confermerebbe questo fatto la nota descrizione del cronista di papa Gregorio XIII che racconta della visita del palazzo di Caprarola avvenuta nel 1578, (dopo la sua visita a Villa Lante di Bagnaia), in cui dice della decorazione dell’appartamento invernale, ancora incompleta. I lati lunghi della volta raffigurano delle scene di sacrificio.

L’ambiente successivo, il Salotto, presenta une delle più note imprese farnesiane: la Vergine con l’unicorno.

Le stanze, che concludono l’appartamento, avevano funzione privata, decorate con stemmi e grottesche.

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