Palazzo Farnese di Caprarola. La Scala Regia: tre giri interi di turbinio di stemmi, greche, volti dipinti che glorificano il Gran Cardinale e la sua casata. Ogni particolare è fatto per imprimere idelebilmente nella menta il potere e la ricchezza dei Farnese.

PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA

 

Il Palazzo, i Giardini Segreti, il Parco e la Casina del Piacere

Incontro con la guida al parcheggio bus turistici di Caprarola mezz’ora prima c.a. dell’orario d’ingresso al Palazzo. Dal parcheggio si raggiunge il palazzo con una passeggiata di 15 minuti. Poi, si va alla scoperta di uno dei palazzi più rappresentativi del Rinascimento Italiano, che ci invidia tutto il mondo!

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Palazzo Farnese Caprarola

Il Palazzo Farnese e il borgo di Caprarola

Il Palazzo Farnese di Caprarola si rivela una specie di Pompei del Rinascimento per aver conservato un retaggio architettonico e pittorico di grande rilievo del ‘500 e con essa il riflesso lontano, quanto prezioso, dello stile elegante del modo di vivere della Corte Pontificia dell’epoca. Il palazzo porta il nome della Famiglia Farnese che estese il suo potere dalla Tuscia sin dentro il cuore della Città Eterna, diventando protagonista sulla scena politica d’Italia e d’Europa del XVI secolo.

Palazzo e villa vennero inseriti in un piano urbanistico in cui il grande pentagono, la dimora del signore, legata al borgo con la via dritta, domina il paese dall’alto come un vero Olimpo. Una soluzione che ben riflette la volontà del committente, il Card. Alessandro Farnese il giovane (1520-1589) di celebrare il potere della casata facendo erigere un palazzo forse ancor più esclusivo di quello di Roma, immortalando la memoria della famiglia ai posteri.

Il grandioso progetto fu affidato dal cardinale a Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573) che ebbe quindi il compito di adattare l’idea di un luogo di diletto e di rappresentanza ad una fortezza preesistente disegnata da Antonio da Sangallo il giovane e del Peruzzi, nel 1530, rimasta incompiuta.

Gli spazi interni del pentagono a 5 piani vennero organizzati dal Vignola attorno al cortile circolare secondo un ordine di simmetrie perfette e disposti in base alla loro funzione e alla gerarchia di chi li occupava.

L’esteso ciclo pittorico del secondo Cinquecento di ben 7650 mq., fu interamente commissionato dal Card. Alessandro Farnese il giovane al cui servizio lavorarono i più noti umanisti ed iconografi del periodo come Annibal Caro, Fulvio Orsini, Onofrio Panvinio. Furono loro ad elaborare, ricorrendo alla mitologia classica, alla storia sacra, alla storia, il ciclo iconografico realizzato dagli artisti tra i più famosi dell’epoca, come Taddeo e Federico Zuccari, Jacopo Bertoja, Giovanni de’ Vecchi, Raffaellino da Reggio, Antonio Tempesta, Antonio da Varese.

Il percorso di visita al Palazzo Farnese di Caprarola:

La Sala delle Guardie (Federico Zuccari 1567-1569) – è posta accanto alla piccola sala circolare delle armi dove oggi si trova la biglietteria, immette nello spazio elegante del palazzo. Come un biglietto da visita: nella volta lo stemma del Gran Cardinal Alessandro Farnese, gli affreschi che documentano la costruzione del palazzo e del borgo. Tra le scene dipinte, il Grande assedio di Malta da parte Solimano il Magnifico, vinto dalla lega antiturca in cui s’impegnò il Gran cardinale la cui importanza viene sottolineata dalla rappresentazione pittorica.

Il Cortile circolare (Jacopo Barozzi, il Vignola) – Particolare architettonico e simbolico importante. Il Vignola realizzò il cortile circolare su due portici sovrapposti, cosa che gli permise di far girare intorno ad esso tutti gli appartamenti (estivi ed invernali) del piano rialzato e del piano nobile.

La Scala Regia (affreschi istoriati di Antonio Tempesta, 1580-83) – Soluzione originale e realizzazione magnifica della scala a chiocciola che il Vignola fece ruotare su trenta colonne doriche e ioniche, incoronata da una cupola con i Gigli Farnesiani. La scala fa tre giri completi, in un turbinio davvero emozionante, di ascesa accompagnata da affreschi con i simboli dei Farnese, di finte finestre dipinte che si aprono su paesaggi ideali e riferimenti neoplatonici.

Il  Piano nobile: 

La Sala di Ercole (Federico Zuccari e Jacopo Bertoia, 1568-1572-73) celebra il grande patrimonio dei Farnese, il ducato di Castro, di Parma e Piacenza e serba una vista attraverso il loggiato aperto sul paesaggio verso Roma, incoronazione del potere raggiunto. Nel ciclo di affreschi rappresentato nella volta, il personaggio mitologico di Ercole con le sue gesta allude alla potenza farnesiana ed alla munificenza del Card. Alessandro.

La Cappella (Federico Zuccari, 1566) – Stanza circolare, era la cappella dove si svolgevano le funzioni religiose della Corte del Gran Cardinal Alessandro. Sulle pareti le figure degli apostoli, nella volta viene narrata la Sacra Scrittura, tratta dal Vecchio Testamento.

La divisione della volta con sei scomparti riccamente decorati è la proiezione del pavimento disegnato con identiche partizioni con uso di marmi policromi e cotti bicolori.

La Sala dei Fasti Farnesiani (Taddeo Zuccari 1561-63) – Era la sala di rappresentanza, la più importante del palazzo, in cui emerge più di ogni altra l’importanza politica raggiunta a livello europeo della Casata.

LAnticamera del Concilio (Taddeo e Federico Zuccari 1562-64) – La sala è dedicata dal Card. Alessandro Farnese il giovane al nonno, Papa Paolo III, ai ruoli e momenti più salienti del suo papato. Tra questi il Concilio di Trento da lui avviato nel 1546. Affreschi, stucchi, tridimensionalità e gioco ottico prospettico rendono la decorazione della sala sfarzoso ed opulento.

La Camera dell’Aurora (Taddeo Zuccari 1563-65) – Era la camera da letto dell’appartamento d’estate del Cardinale Alessandro. Nella volta viene rappresentato un ingannevole gioco prospettico che innalza il soffito sfondandolo verso il cielo, in cui è rappresentata l’allegoria della Notte che si spegne sotto le luci dell’Alba.

La Stanza dei Lanifici (Taddeo Zuccari 1563-64) – Era lo spogliatoio del Cardinale Alessandro, una stanza colma di decorazione di riquadri, incastri di figure, grottesche emblemi e stucchi il cui tema tratta l’arte della tessitura ed i filati destinati all’abbigliamento. L’iconografia richiama vari personaggi mitologici tra i quali Aracne trasformata da Atena in ragno.

La Stanza della Solitudine o dei Filosofi (Taddeo Zuccari 1565-66) – Era lo studio del cardinale nell’appartamento d’estate. L’iconografia rievoca personaggi cristiani e pagani i quali scelsero una vita di solitudine dedicata alla contemplazione e la meditazione. Il Torrione – E la punta del pentagono ed il raccordo tra i due appartamenti, quello estivo e quello invernale, è carico di significati simbolici. Include le due stanze più riservate:

la Stanza del Torrione, la punta del pentagono dove si concentravano le attività intellettuali e la fruizione volta all’estetica del Gran Cardinale, difatti, la punta del p entagono dal punto di visto filosofico e simbolico riassume il contenuto neoplatonico del palazzo, voluto dal cardinale.

 Il Gabinetto dell’Ermatena (Federico Zuccari 1566-67), probabile studiolo del segretario personale del cardinale, nella volta con Atena e Ermes raffigurati in un solo corpo, significando la fusione della saggezza (Atena) e dell’eloquenza (Ermes). Quest’ultimo unisce il Cielo alla Terra. Negli angoli gli oggetti attribuiti alle invenzioni delle due divinità. Tra alcuni dipinti di paesaggio è riconoscibile l’episodio nell’Odissea, in cui Odisseo si lega all’albero della nave, per resistere al canto delle sirene. Appaiono alcuni simboli fortemente e indiscutibilmente legati all’ermetismo di cui il Gran Cardinale era conoscitore.

Stanza della Penitenza (Jacopo Zanguidi, detto il Bertoja 1569-71) – Il Gran Cardinal Farnese desiderò proseguire con il tema meditativo, iniziato nella Stanza della solitudine, dove i soggetti erano tratti dalla storia-mitologica. Nella Stanza della penitenza invece, che è speculare a quella della Solitudine, lo spirito meditativo richiama esclusivamente l’aspetto religioso.

Al centro della volta la Croce di Cristo con la corona di spine e sorretta da angeli, con il motto “Oh, legno beato sul quale Cristo ha sofferto il martirio” (tratto dal greco storico della Chiesa, Sozomenio).

Quanto alla funzione della Stanza della Penitenza, alcuni storici dell’arte, come il Faldi (1962), suggeriva che l’ambiente fosse una Sala da pranzo, dove le immagini rappresentate dovevano esortare alla moderazione e alla frugalità.

Mentre altre fonti, (come Gombrich, 1972, in A. Witte: The artful Hermitage 2008) mettendo in relazione i soggetti rappresentati e lo stesso vano, menziona un ruolo tipo studiolo o una funzione di tipo religioso, per questa stanza.

La Stanza dei Giudizi (Jacopo Zanguidi detto il Bertoja, 1569-71) – Stanza riccamente decorata con stucchi ed affreschi dedicata alla Saggezza e alla Giustizia dove il cardinale Alessandro prendeva delle decisioni importanti. Il programma iconografico è imperniato sul Giudizio Universale della Chiesa attraverso fatti biblici dell’Antico Testamento, dei quali il Giudizio di Salamone rappresentato nel centro della volta.

Si pensa che in questa stanza il Gran cardinal Alessandro Farnese concedesse le udienze, per il fatto, che l’ambiente comunica con l’esterno, con i Giardini, e che permettesse l’affluenza delle persone senza recare disturbo nelle altre stanze del palazzo.

Ma, sono soprattutto le decorazioni a supportare quest’idea, perché connesse con la giustizia e la saggezza divina, necessarie per governare. Al centro della volta il tradizionale Giudizio di Salomone.

La Stanza dei Sogni (Jacopo Zanguidi detto il Bertoja 1570-71) – Addormentarsi nella camera da letto invernale del Gran Cardinal Farnese, è una esperienza che non potremo mai fare, osservare come la luce illuminasse il brulicare degli esseri fantasiosi dell’ovale della volta. Il bellissimo fregio a monocromo che circonda l’ovale centrale, i colori cangianti dalle tinte pastello, l’eleganza delle figure in movimento, aumenta il pregio delle opere di affresco della stanza.

Il disegno molto simile a quella dell’altra camera da letto, estiva (dell’Aurora), speculare a quest’ambiente, tuttavia i soggetti, ugualmente relativi al sonno e ai sogni, qui sono tratti dalle sacre scritture, anziché dalla mitologia classica.

Così, come avvenne per i soggetti rappresentati in tutto l’appartamento d’inverno, tratti dall’Antico Testamento, conformemente con il carattere controriformato delle raffigurazioni, tutte a soggetti biblici.

Alcune delle scene rappresentate raccontano dei sogni, altre degli episodi avvenuti durante il sonno dei personaggi, a volte i sogni si rivelano premonitori, altre volte richiedono l’intervento di interpreti. Le scene sembrano focalizzarsi sull’educazione morale.

La Stanza degli Angeli (Bertoja, G. De Vecchi e R. Da Reggio 1572-75)- E’ una delle stanze più belle del palazzo, riccamente ornata di stucchi e dorature nella volta. Si potrebbe chiamare quest’ambiente anche la Stanza dell’eco, se volessimo dare più peso all’aspetto divertente, invece del tema proposto negli affreschi, che è il trionfo del bene sul male.

Sì, perché, esiste un curioso effetto d’eco che si crea in punti precisi nella stanza, che aveva lo scopo di stupire gli ospiti. Non si ha però nessun documento che ci dica l’uso preciso al quale fu adibito l’Anticamera degli angeli.

I protagonisti della stanza sono gli angeli che vengono rappresentati in quanto strumenti della potenza e della giustizia di Dio.

La volta sfonda, attraverso la pittura illusionistica del Bertoja, verso il cielo, dove viene rappresentato l’episodio della Caduta degli angeli ribelli, in una scena apocalittica che si svolge in mezzo alle nuvole. E’ questa la scena principale che costituisce il filo conduttore delle rappresentazioni della stanza, con il significato del trionfo del bene sul male

Sala del Mappamondo (G.A. Vanosino, G. de Vecchi, R. da Reggio, 1573-75) – Alle pareti vengono riportati in un’opera cartografica ammirevole i quattro continenti scoperti dai più grandi navigatori dell’epoca. Nella volta viene rappresentata la sfera celeste con 51 costellazioni, sotto forma di personaggi ed animali mitologici, tratte maggiormente dal catalogo dell’astronomo alessandrino Claudio Tolomeo. La mappa celeste contiene i riferimenti fondamentali per poter orientarsi nel cielo dipinto. Le rappresentazioni esprimono il ruolo universale della Chiesa Cattolica, la diffusione dei suoi valori in ogni angolo del creato, così nel Nuovo Mondo.

I Giardini Segreti (realizzati entro il 1583) di cui uno è visitabile, il Parco con la Casina del Piacere ed i terrazzamenti con fontane e giochi d’acqua (realizzati 1584-89 da Jacopo del Duca e Giovanni Garzoni).

Villa Farnese Caprarola

Palazzo Farnese Caprarola – La Sala del Mappamondo

 

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